martedì 19 gennaio 2010

Gibson Cocktail


Categoria : Pre-dinner 

Mise en place : Gin , Vermouth Dry , cipollina bianca , Mixing glass , Stir , Strainer , Ghiaccio , Coppa Cocktail.

In decimi
9/10 Gin
1/10 Vermouth dry

In cl
6 cl Gin
1 cl vermouth dry

In once
2 oz Gin
1/4 oz Dry vermouth

Vecchia Ricetta From “The World’s Drinks and How To Mix Them - Some New Up-To-Now Seductive American Cocktails” by William “Cocktail” Boothby - 1908

GIBSON COCKTAIL
A la Charles Dana Gibson, Bohemian Club, San Francisco 
Equal parts of French Vermouth and Coates Plymouth Gin, thoroughly chilled, is called a Gibson Cocktail. 
No decorations, bitters or citron fruit rind permissible in this famous appetizer.

Guarnizione : Cipollina Bianca

Tecnica di procedimento : (Stir & Strainer) si prepara nel Mixing glass con ghiaccio per poi filtrarlo con lo Strainer e si serve nella coppa cocktail con una cipollina bianca.

Procedimento : raffreddare il Mixing glass e il bicchiere eliminando l’acqua prodotta in quest’ultima fase. Versare gli ingredienti , facendo attenzione che il ghiaccio sia cristallino ; miscelare e versare nella coppa .

Nel primo ricettario Iba del 1961 con la codifica :
Gibson
5/6 Dry Gin
1/6 Vermouth Dry
Si prepara nel mixing-glass.
Coppetta da Cocktail.
Decorare con una cipollina dolce.

Nel secondo ricettario Iba del 1987 con la codifica :
Gibson
Mixing glass
2/10 Dry Vermouth
8/10 Gin
Stir
Cocktail glass
Decoration: a pearl onion

Nel terzo ricettario Iba del 1993 con la codifica :
Gibson
9/10 Gin
1/10 Vermouth dry
Mixing glass.
Servire in coppetta cocktail oppure on the rocks.
Aggiungere una cipollina da cocktail.

Nel quarto ricettario Iba del 2004 (categoria “Pre-Dinner”) con la codifica :
Gibson
6 cl Gin
1 cl Dry Vermouth
Method : Stir,straight up or on the rocks
Glass : Martini
Garnish : Silverskin (pearl) onion

Storia
Come è successo per molti altri classici del bere miscelato anche il “Gibson Cocktail” vanta di molteplici leggende … storie che negli anni hanno sempre più celato una velo di mistero.
A) Una delle tante vede come protagonista un diplomatico Americano, servitore per anni della propria patria a Londra durante il proibizionismo Americano.
Era astemio e spesso volentieri doveva partecipare a ricevimenti in cui bevande miscelate venivano servite.
Per evitare situazioni imbarazzanti (o perché doveva seguire le leggi del suo paese, anche quando si trovano all'estero) , chiedeva spesso al personale di riempire il suo bicchiere di martini con acqua fredda , guarnito con una cipollina per poter così  riconoscere tra i tanti e autentici "Dry Martini".
Quando qualcuno chiese al suo aiutante che cosa il diplomatico stesse bevendo, il giovane rispose: "un Gibson".

B) Un altra leggenda simile alla prima, vede come protagonista un uomo di affari; un Banchiere di nome GIbson , esperto di investimenti.
Di lui si racconta che sarebbe riuscito a prendere dei clienti dopo tre pranzi di lavoro in cui si serviva "Dry Martini".
Il Banchiere per rimanere sobrio si faceva servire nella coppetta , del' acqua con una cipollina , per poter così distinguere i propri tra gli altri; mentre i suoi clienti si intossicavano con gli autentici cocktail.

C) Steve Zell del ristorante "Grill Occidental" di San Francisco , sosterrebbe che il nome verrebbe da Chicago.
Negli anni '20 , sempre nella città dello stato del' Illinois ; due gemelle di cognome Gibson , amavano bere i "Martini" ma gli odiavano con le olive.
Ogni volta che uscivano chiedevano di farsi servire i loro "Dry Martini" con due cipolline. 
Due cipolline gemelle per ogni drink.
Gibson sono solitamente serviti con due cipolle allo spiedo.
D) Si racconta che sia nato al "The Old Waldorf-Astoria Bar" nel 1931 in onore di Billie Gibson , promotore sportivo.


E) Un altra leggenda affermerebbe che il "Gibson" sia stato creato a San Francisco da Walter D.K. Gibson (1864 - 1938) presso il "Bohemian Club" tra il 1898 e il 1900.
Charles Pollok Gibson di San Francisco , figlio di Walter sosterrebbe che sia stato suo padre a inventare il "Gibson".
La storia racconta che Walter Gibson contesto al Barman del "Bohemian Club" come fece il cocktail Martini.
Lui preferiva il Plymouth Gin e sosteneva che le cipolline servivano per prevenire i raffreddori.

La prima traccia del “Gibson Cocktail” la troviamo nel ricettario di William “Cocktail” Boothby del 1908 “The World’s Drinks and How To Mix Them” nel paragrafo “Some New Up-To-Now Seductive American Cocktails”.


A la Charles Dana Gibson, Bohemian Club, San Francisco 
Equal parts of French Vermouth and Coates Plymouth Gin, thoroughly chilled, is called a Gibson Cocktail. 
No decorations, bitters or citron fruit rind permissible in this famous appetizer.

Come ci suggerisce l’autore del ricettario, un drink alla Charles Dana Gibson; personaggio a cui la leggenda accredita la creazione del “Gibson”; quindi la più accreditata.


Charles Dana Gibson, disegnatore Americano (14 Settembre 1867-23 dicembre 1944) noto per la sua creazione delle "Gibson Girls" una rappresentazione della donna americana , bella e indipendente a cavallo del 20° secolo.

1903 - From "Daly's Bartenders' Encyclopedia" by Tim Daly
GIBSON GIRL.
Use a pousse cafe glass.
1-5 glass of creme de anisette.
1-5 glass of parfait d'amour.
1-5 glass of creme yvette.
1-5 glass of chartreuse (yellow).
Top off with whipped cream. 
As modern and attractive as the Gibson pictures and as palatable as it is handsome,
and for a smooth concoction is the accepted friend of the many resorts, both inland and on the coast ;
and no matter where the elite may be, they will call for their prime favorite, the Gibson Girl. 

Una leggenda racconta che fu proprio al bar del "The Players Club" di New York che il disegnatore chiese al Barman Charley Connolly di migliorare la ricetta del Dry Martini.
E fu così che sostituendo semplicemente l'oliva alla cipollina in salamoia , fu creato il "Gibson". 

Unica anomalia, il luogo di creazione della leggenda alla prima traccia che abbiamo nel ricettario del 1908.

1965 - From "Herald-Tribune" Mar 23


1969 - From "The Milwaukee Journal" 15 ago


Indipendentemente dalla sua prima comparsa, l’utilizzo della cipollina che lo contraddistinguerà da altri simili comparirà secondo alcune fonti nel ricettario del 1914 “Rawling’s Book of Mixed Drinks” di Ernest P. Rawling.
Successivamente riproposto nel ricettario di Robert Vermeire del 1922 “Cocktails- How to Mix Them”; con un interessante nota.


La cipollina come ingrediente in una bevanda miscelata trova il suo utilizzo anche nel ricettario del 1917, “The Ideal Bartender” di Tom Bullock.
Un drink che non sarà il “Gibson” che nonostante tutto sarà presente; ma un drink sotto il nome di “Onion Cocktail”.



Onion che nel ricettario del 1914 (ristampa del 1911) “Beverage de Luxe” di George R. Washburne verrà servito con ingredienti differenti.


Mentre nel ricettario del 1913 “The Cocktail Book - a Sideboard Manual for Gentlemen” sarà sotto il nome di “Pearl Cocktail”.


Tracce che ci portano indietro nel tempo; tra le prime vedremo informazioni dal 1904 per poi arrivare al ricettario di William “Cocktail” Boothby del 1908.

Un interessante nota la lascerà Elvezio Grassi nel suo ricettario del 1936; un “Gibson Cocktail” alla versione di Duval (di lui non ho nessuna notizia) del 1907.


Etimologicamente significa “figlio di un gatto”, nome molto antico (risale ai primi del novecento) ed è di origine americana.

Timeline
1904 - 26 June From “Atlanta (GA) Constitution”
Dinner This Evening.
This evening at the Piedmont hotel, from 6 to 8 o’clock, the usual elaborate dinner will be served.
Anchovy Baskets
Gibson Cocktail
Little Neck Claims
Olives

1907 - November 23 - From “Menu - The Lobsters - The Old Poodle Dog, San Francisco, Ca”



1908 - From "Los Angeles herald” April 22


1909 - From "The San Francisco Call.” July 06


1908 - From “The World’s Drinks and How To Mix Them - Some New Up-To-Now Seductive American Cocktails” by William “Cocktail” Boothby 


1913 - From “Straub's manual of mixed drinks” by Jacques Straub


1913 - From “The Cocktail Book - a Sideboard Manual for Gentlemen”.


1914 - From “Beverages de luxe” by George R. Washburne


1914 - From “Drinks” by Jacques Straub


1916 - From “Jack's manual” by Grohusko, Jacob Abraham


1917 - From “The Ideal Bartender” by Tom Bullock.



1922 - From “Cocktails- How to Mix Them” by Robert Vermeire


1924 - From "Manual de Cantineros” by León Pujol & Oscar Muñiz



1934 - From "The Old Waldorf-Astoria Bar Book" by Albert Stevens Crockett (N.ed. del 2003) 


1936 - From “Mille Misture” by Elvezio Grassi



1944 - From “The Standard Cocktail Guide” by Crosby Gaige


1948 - From “Bartender's Guide” by Trader Vic


1948 / 1958 - From "The Fine Art Of Mixing Drinks" by David A. Embury
The above recipes are given merely in order that you may know the difference between these various types of Martinis as set forth in most recipe books and as served at most bars. My advice is to forget them all and, in your own home, serve one of the following:
MARTINI DE LUXE or  
GIBSON DE LUXE
1 part Lillet Vermouth
7 parts imported English Gin (1)
Stir (2) well in a bar glass or Martini pitcher with large cubes of ice and pour into chilled cocktail glasses. Twist lemon peel over the top.
The distinction between the Martini and the Gibson is simple. The Martini is served with an olive, the Gibson with a small pickled cocktail onion.
If you can get olives stuffed with any kind of nuts, they make the perfect accompaniment to a Martini. In choosing cocktail onions, get the hard, light-colored, sour onions, not the dark, sweet ones. 

Nessun commento: